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gennaio 31, 2013 by
MoMo

I Consiglieri comunali di MONDOVI’ in MOVIMENTO – Gambera, Magnino e Tarolli – hanno presentato di comune accordo con gli altri Consiglieri di opposizione a Mondovì – Costamagna (5 Stelle), Borsarelli (Mondovì Città Solidale) e Bovetti – un Ordine del Giorno nel quale chiedono al Sindaco Viglione e alla sua Giunta di sottoscrivere per conto del Comune di Mondovì la “Carta per una rete di enti territoriali a Spreco Zero” e condividere e promuovere con i propri mezzi di comunicazione la campagna “Un anno contro lo spreco”, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul valore positivo del cibo e dell’alimentazione e sulle conseguenze dello spreco alimentare dal punto di vista economico, ambientale e sociale al fine di favorire una cultura economica e civile improntata ai principi della sostenibilità e della solidarietà.
IL CONSIGLIO COMUNALE DI MONDOVI’
PREMESSO CHE
– lo spreco alimentare è uno scandaloso paradosso del nostro tempo. Mentre vi è la necessità di aumentare la produzione di alimenti almeno del 70% nei prossimi anni per nutrire una popolazione che conterà 9 miliardi nel 2050, nel mondo, secondo FAO, si spreca più di un terzo del cibo che viene prodotto. Tanto che se si potessero recuperare tutte le perdite e gli scarti, si potrebbe far mangiare, per un anno intero, metà dell’attuale popolazione mondiale: 3,5 miliardi di persone.
– lo spreco alimentare è tanto più incomprensibile quanto più aumentano a livello mondiale e locale: l’impoverimento globale a causa della crisi economica (secondo la Conferenza delle Nazioni Unite per il Commercio e lo Sviluppo negli ultimi quarant’anni il numero dei paesi molto poveri è raddoppiato passando da 25 nel 1971 a 49 nel 2010, la stessa cosa è avvenuta per il numero delle persone al di sotto della soglia di povertà a partire dagli anni ’80); le persone denutrite e sottonutrite (1 miliardo secondo la FAO nel 2010); la produzione di rifiuti urbani (502 Kg a persona nell’UE-27nel 2010).
– lo spreco alimentare riguarda tutti i passaggi che portano gli alimenti dal campo alla tavola e colpisce indistintamente tutti i Paesi del mondo. In quelli in via di sviluppo dove si localizza a monte della filiera agroalimentare (6-11 kg pro-capite nel 2010 secondo FAO) e in quelli sviluppati collocandosi a valle: distribuzione, ristorazione e consumo domestico (95-115 kg a testa, secondo FAO). L’Unione Europea con 180 kg pro-capite e l’Italia con 149 kg pro-capite risultano sopra la media dei Paesi sviluppati.
– nei Paesi più “ricchi” la parte preponderante degli sprechi alimentari avviene a livello domestico. Secondo una stima della Direzione Generale per l’Ambiente della Commissione Europea negli Stati membri il 42% del totale degli sprechi, 76 kg pro-capite per anno, si materializza all’interno delle mura domestiche (pari al 25% della quantità di cibo che i cittadini europei acquistano ogni anno). Almeno il 60% di questo spreco potrebbe essere evitato.
– In Italia nel 2011 lo spreco di cibo a livello domestico è costato ad ogni famiglia poco meno di 1.600 euro all’anno, ovvero il 27% dei 5.724 euro spesi ogni anno per l’acquisto di beni alimentari (dopo l’abitazione, la spesa alimentare è la seconda voce nel bilancio delle famiglie italiane).
– Lo spreco alimentare “vale” il 2,4% del PIL a prezzi di mercato nel 2011 pari a circa 40 miliardi di euro. Si tratta del 14% del valore riferito all’intero sistema agroalimentare italiano (286 miliardi di Euro nel 2010). Gettando via il cibo si sprecano le risorse naturali impiegate – suolo, acqua, energia – per produrre, trasformare, distribuire e smaltire e si determinano impatti negativi non solo dal punto di vista economico ma anche ambientale.
– Secondo il Libro nero dello spreco in Italia – che stima l’impatto ecologico delle perdite di cibo – nel nostro Paese lo spreco alimentare dal campo al supermercato corrisponde a circa 3,6 milioni di tonnellate all’anno. Tale quantità di cibo sprecato comporta l’emissione di 4,14 milioni di tonnellate di CO2 (pari all’8,79% delle emissioni del settore agricolo o al 3,98% delle emissioni del sistema agroalimentare italiano). In termini di acqua virtuale, ciò che è rimasto non raccolto in campo nel 2010, corrisponde a poco più di 1,2 miliardi di m3, una quantità pari al lago d’Iseo. Ipotizzando una percentuale di cibo sprecato del 20%, circa il 3% del consumo finale di energia sarebbe attribuibile allo spreco alimentare. Questo dato sarebbe equivalente ai consumi energetici finali di 1.650.000 italiani.
– combattere lo spreco e le perdite di alimenti e le relative conseguenze – una vera e propria Wasting Review da accoppiare alla più nota Spendig Review – deve dunque essere una priorità economica, ecologica e sociale per la politica, le istituzioni, le amministrazioni locali, le imprese e la società civile.
CONSIDERATO CHE
– il Parlamento Europeo ha votato in seduta plenaria (Strasburgo, 19 gennaio 2012) una Risoluzione su come evitare lo spreco di alimenti: strategie per migliorare l’efficienza della catena alimentare nell’UE preparata dalla Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale su impulso della Dichiarazione congiunta contro lo spreco elaborata da Last Minute Market nel quadro della campagna europea Un anno contro lo spreco, sottoscritta da tante personalità della cultura e della scienza;
– la Risoluzione del PE intende lo spreco alimentare come l’insieme dei prodotti scartati dalla catena agroalimentare per ragioni economiche o estetiche o per prossimità della scadenza di consumo, ma ancora perfettamente commestibili e potenzialmente destinabili al consumo umano e che, in assenza di un possibile uso alternativo, sono destinati a essere eliminati e smaltiti producendo esternalità negative dal punto di vista ambientale, costi economici e mancati guadagni per le imprese;
– la Risoluzione del PE si pone l’obiettivo di ridurre del 50% gli sprechi alimentare entro il 2025 e di dedicare il 2014 come Anno Europeo di lotta agli sprechi alimentari attraverso una strategia per migliorare l’efficienza della catena alimentare degli Stati Membri.
ULTERIORMENTE PREMESSO CHE
– Il Comune di Mondovì nel gennaio 2009 ha firmato un protocollo d’intesa denominato “PROGETTO BUON FINE” con COOP LIGURIA che attraverso la CARITAS DIOCESANA DI MONDOVI’ consente il recupero settimanale delle merci deperibili invendute per destinarle alla mensa cittadina o a famiglie in stato di indigenza;
– Il Comune di Mondovì ha firmato nel 2010 e successivamente rinnovato una convenzione in scadenza il prossimo 30 giugno 2013 denominata “PROGETTO BUON SAMARITANO” con la MARANGONI SRL e la CARITAS DIOCESANA DI MONDOVI’ per la distribuzione dei pasti giornalieri non consumati nelle mense di Mondovì;
– La mensa serale della Cittadella della Carità della CARITAS CITTADINA ha servito nel 2012 n. 7.126 pasti rispetto ai 5.202 del 2011 ed ai 4.804 del 2010;
– Sono in aumento le borse della spesa offerte settimanalmente dalle Caritas Parrocchiali alle famiglie in difficoltà;
– Negli ultimi anni è aumentato il numero dei supermercati presenti con marchi diversi sul territorio comunale con i quali l’Amministrazione Comunale non ha ancora stipulato alcun tipo di accordo;
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
– A sottoscrivere la “Carta per una rete di enti territoriali a Spreco Zero” allegata al presente Ordine del Giorno e condividere e promuovere con i propri mezzi di comunicazione la campagna “Un anno contro lo spreco” per sensibilizzare l’opinione pubblica sul valore positivo del cibo e dell’alimentazione e sulle conseguenze dello spreco alimentare dal punto di vista economico, ambientale e sociale al fine di favorire una cultura economica e civile improntata ai principi della sostenibilità e della solidarietà;
– a rendere operative da subito alcune delle indicazioni contenute nella “Risoluzione europea” contro lo spreco alimentare per contribuire concretamente all’obiettivo di dimezzare entro il 2025 gli sprechi alimentari.